Secondo l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, meglio noto come INPS “sono considerati mutilati e invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo (compresi gli irregolari psichici per oligofrenie di carattere organico o dismetabolico o per insufficienze mentali dovute a difetti sensoriali e funzionali), che hanno subito una riduzione permanente della capacità lavorativa di almeno un terzo o, se minori, con persistenti difficoltà nel fare i compiti e nelle funzioni proprie della loro età.”
A questi cittadini, nel pieno rispetto dello scopo della Costituzione Italiana di tutelare la dignità umana, spetta l'assistenza sociale, la quale, sempre secondo l’INPS, “si esprime con protezioni economiche (pensioni, assegni e indennità) e non economiche (agevolazioni fiscali, assistenza sanitaria, permessi ex legge 104/1992 o collocamento obbligatorio al lavoro)”. 1
Da questa definizione nasce un quesito molto importante che deve essere studiato nei dettagli: i prestiti per invalidi civili.

Come Avere un Prestito con la Pensione di Invalidità?
Ottenere un prestito dagli istituti di credito o dalle società finanziarie qualora si percepisca la pensione di invalidità è possibile! Il percorso da seguire e l’iter di valutazione della fattibilità sono uguali a quelli di un prestito personale, il che significa che gli invalidi civili non godono di particolari privilegi e qualora vogliano ottenere un prestito devono assolutamente dimostrare la propria affidabilità creditizia.
In primis, la banca verifica la possibilità del richiedente di restituire il prestito valutando l’importo della pensione percepita e aggiungendo alla stessa altre eventuali forme di reddito. È necessario assicurarsi che, una volta trattenuta la rata mensile stabilita nel piano di ammortamento, l’individuo possa avere a sua disposizione un ammontare che non inferiore a 501,87 euro (somma che rappresenta la soglia minima di sopravvivenza).
In secondo luogo, l’istituto di credito o la società finanziaria valuta le condizioni di salute dell’individuo che fa richiesta. A tal proposito, la banca collabora con un assicuratore che analizza la documentazione medica presentata e redige in base all’esito dell’analisi la polizza vita che il richiedente è obbligato a sottoscrivere.
L’età è un altro fattore oggetto di valutazione. Il limite imposto, però, varia da un istituto all’altro e non sono rari i casi di prestiti anche ai pensionati con più di 75 anni. L’ultimo punto per completare l’iter è la verifica di eventuali segnalazioni in CRIF (Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria): l’essere iscritto al CRIF significa che il richiedente è un cattivo pagatore.
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Prestiti per Invalidi Civili Rifiutati
Le motivazioni di base che portano al rifiuto di una richiesta di prestito da parte di una persona con invalidità civile sono:
- Importo totale della pensione troppo basso e non in grado di garantire la affidabilità creditizia necessaria per poter sottoscrivere il contratto tra le parti;
- L’età troppo avanzata del richiedente che supera il limite imposto dall’istituto di credito o dalla società finanziaria;
- Esito negativo dell’analisi realizzata dalla centrale rischi assicurativa dell’istituto di credito: le condizioni di salute del richiedente non sono buone aumentando il grado di rischio per la società che erogherà il prestito;
- La particolarità della pensione di invalidità: una prestazione di tipo sociale erogata dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, motivo per il quale non è possibile rivalersi su di essa in caso di insolvibilità del richiedente.
Un’opzione in caso di risposta negativa sarebbero i Piccoli Prestiti Cei erogati per somme fino a 6.000 euro e con tassi di interesse agevolati, che non superano il 50 per cento del tasso di interesse dei prestiti personali. La peculiarità di questo tipo di prestito è il fatto che al centro del percorso di valutazione e approvazione dei prestiti Cei sta la situazione nella quale si trova il richiedente e non il suo grado di affidabilità creditizia.
Come Funziona il Prestito della Speranza
Esistono anche altri tipi di prestiti per invalidi civili, come il prestito della speranza. Il prestito della speranza si basa su un fondo di solidarietà creato tramite donazioni di cittadini che vogliono aiutare coloro che in condizioni normali non possono ottenere un prestito perché non dispongono della stabilità economica necessaria. Con il prestito della speranza non vengono concessi direttamente i soldi a chi ne ha bisogno perché si trova in una situazione di grave instabilità economica: il prestito funge da garante.
Per poterlo ottenere è necessario presentare pochi semplici documenti: l’ISEE (l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente) per comprovare la difficile situazione economica, il certificato ASL (nel caso si volesse dimostrare una condizione di invalidità) oppure la lettera di licenziamento in caso di disoccupazione.
Il TAN (tasso annuo nominale) previsto per i cittadini è di 2,5% mentre l’ammontare massimo che si può concedere è di 7.500 euro.

A Cosa si Ha Diritto con i prestiti per invalidi civili?
I benefici che vengono concessi agli invalidi civili dipendono dalla percentuale di invalidità:
- 34% di invalidità – accesso gratuito agli ausili presenti nel Nomenclatore tariffario;
- 46% di invalidità – inserimento nelle liste di collocamento mirato (Legge 68/99);
- 51% di invalidità – congedo straordinario per cure nel rispetto di quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro;
- 67% di invalidità – esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria tranne che per la quota fissa e tessera regionale di libera circolazione con tariffa agevolata per ISEE fino a 16.000 euro. Questa tessera permette l’utilizzo gratuito delle linee di trasporto pubblico;
- 74% di invalidità – assegno mensile di assistenza per 13 mensilità;
- 100% di invalidità – tutte i benefici sopramenzionati più una pensione di inabilità per le persone dai 18 ai 65 anni.
Per gli invalidi civili esistono anche una serie di agevolazioni fiscali tra cui: deduzione delle spese per l’assistenza specifica, contributo del 20% sulla spesa totale per l’adattamento dell’autovettura alla guida del cittadino con disabilità, IVA agevolata per l’acquisto di mezzi informatici, deduzione delle imposte comunali, agevolazioni per l’assistenza domestica e molte altre agevolazioni concesse in base a percentuali e condizioni specifiche.
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