La finanza sostenibile è nata in risposta alla sempre più allarmante emergenza climatica che minaccia la tutela dell'ambiente. Come riporta il WWF, il decennio 2010-2019 è stato il più caldo mai registrato.
In particolare, il 2019 è stato il secondo anno più caldo mai registrato, con una temperatura media globale aumentata di 1,1°C.
Anche la concentrazione di gas serra nell'atmosfera è aumentata: anidride carbonica +147%, metano +259% e protossido di azoto +123% (rispetto all'era preindustriale). Anche il tasso di perdita di ghiaccio nell'Artico è aumentato del 12,85% nell'ultimo decennio.
Il riscaldamento globale non crea solo rischi e pericoli ambientali, ma anche economici, sociali e culturali; secondo il documento “Migranti ambientali. L'altra faccia della crisi climatica” (pubblicato da Legambiente), entro il 2050 ci saranno circa 1 miliardo di migranti climatici.
Che cosa sono? Si tratta di un gruppo di persone sfollate dalle proprie case a causa di crisi climatiche estreme come desertificazione, alluvioni, dissesto idrogeologico, crisi dei sistemi idrici e agricoli e diffusione di malattie.
Di fronte a questi scenari catastrofici, una combinazione di capitalismo sostenibile, innovazione tecnologica e ricerca scientifica (nonché interventi pubblici per incoraggiare queste attività) può essere la salvezza del pianeta e delle persone che lo abitano!
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Mercato Green e criteri ESG
Dal punto di vista del mercato green, la finanza sostenibile si concentra sulle questioni ambientali, sociali e governative e mira a creare un ecosistema che consenta a persone, istituzioni, intermediari e aziende di contribuire allo sviluppo economico sostenibile.
In questo contesto si inseriscono i cosiddetti criteri ESG (Environmental, Social and Governance), che misurano la sostenibilità di aziende e organizzazioni.
In particolare, i criteri sono:
- Ambientale: l'impatto delle attività dell'azienda sull'ambiente (locale e più ampio).
- Sociale: l'impatto sociale dell'azienda nei confronti della società, dei clienti, dei fornitori, dei dipendenti e delle comunità locali.
- Governativo: le buone pratiche e i principi etici che sono alla base delle logiche associate alla governance aziendale, ad esempio la remunerazione dei dirigenti, il rispetto dei diritti degli azionisti, il rispetto delle minoranze e la trasparenza generale dei processi decisionali e delle scelte aziendali.
I criteri ESG sono quindi criteri operativi che aiutano i consumatori e gli investitori a identificare le “virtù” di un'azienda in termini di performance ambientale, sociale e di governo d’impresa.
Un rapporto pubblicato nel 2020 dalla società anglo-americana di analisi finanziaria Refinitiv ha evidenziato un aumento del 34% dell'interesse degli investitori per i prodotti finanziari sostenibili.
Per “prodotti finanziari sostenibili” s’intende attività offerte da società che rispettano gli indicatori ESG. È interessante notare che la percentuale di investitori “verdi” sale al 61% se si considerano solo i millennial (investitori nati tra il 1981 e il 1996).
Ciò indica che le nuove generazioni sono molto più sensibili alle questioni ESG!
Gestire un'azienda secondo gli indicatori ESG non è solo una “questione di marketing”; la realtà è che le aziende con buone performance ESG possono aspettarsi attività più sostenibili, ovvero, significa che possono guadagnare di più!

Prestito Green: la scelta vincente delle banche
Una volta capito le principali caratteristiche degli indicatori ESG, con particolare attenzione agli investimenti sostenibili, ci soffermiamo ora su un altro aspetto della finanza sostenibile: il prestito green.
Questa tipologia di prestito è un finanziamento erogato da istituzioni finanziarie per l'acquisto di beni e servizi a basso impatto ambientale, come:
- mobilità sostenibile
- impianti fotovoltaici
- isolamento termico
- elettrodomestici e illuminazione di classe A+
- impianti di condizionamento.
Il prestito green, quindi, viene erogato dalle banche per consentire ai consumatori di ridurre il proprio impatto ambientale, ad esempio per la mobilità urbana (prestiti per l'acquisto di auto elettriche o ibride) o per interventi di risparmio energetico in casa.
Sostanzialmente, esistono due tipi di prestiti green:
- Prestiti personali: finanziamenti che vengono rimborsati direttamente dal cliente;
- Prestiti finalizzati: finanziamenti liquidati da un negozio autorizzato presso cui il cliente di una banca acquista un bene.
L'indagine “Consumer ESG Credit“, condotta da CRIF in collaborazione con SDA Bocconi School of Management e Asofin, tra le banche e gli intermediari finanziari specializzati in consumer finance, mostra dati incoraggianti nel campo del green lending.
Operatori green: l'81% delle società intervistate offre soluzioni di prestito green ai propri clienti.
Quota di mercato: la quota dei prestiti “green fee” è passata dal 4% del 2019 al 7% del 2020.
Prestiti green per privati: circa il 50% delle istituzioni finanziarie intervistate offre linee di prodotti con specifiche caratteristiche di green lending, offrendo tassi di interesse più bassi (nel 50% dei casi) e commissioni più basse (nel 25% dei casi) rispetto ai prestiti convenzionali.
Prestiti green completi: il 29% degli istituti offre piani di rimborso flessibili e tassi di interesse bassi, mentre il 21% offre vantaggi come l'azzeramento delle spese di richiesta per orientare i clienti verso le opzioni green.
I prestiti green sono uno degli strumenti utilizzati dalle banche in linea con l'Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030), adottata dalle Nazioni Unite nel settembre 2015.
L'Agenda 2030 comprende 17 obiettivi e 169 target per portare i Paesi e le organizzazioni verso uno sviluppo sostenibile.
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Banche Italiane sempre più volte al green lending
Otto banche su dieci offrono soluzioni di green lending ai propri clienti, ma la percentuale di banche che rispettano gli indicatori ESG è altrettanto elevata.
Valutazione della sostenibilità
Secondo il rapporto 2021 “The Big Picture” pubblicato da Standard Ethics, un'agenzia di rating che misura i livelli di sostenibilità aziendale e nazionale, il 61% delle banche italiane rispetta gli standard di sostenibilità stabiliti dall'Unione Europea, dalle Nazioni Unite e dall'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
La classificazione fornita da Standard Ethics prevede nove livelli, che vanno da EEE (massimo livello di sostenibilità) a F (minimo livello di sostenibilità).
In particolare, circa sei banche made in Italy su dieci hanno ricevuto il grado di piena sostenibilità. Di queste, l'11% delle banche ha ricevuto il grado EE+, il 28% EE e il 22% EE-.
D'altro canto, il 39% delle banche ha ricevuto il grado Non Pienamente Sostenibile, il 17% E+ e il 22% E.
Le banche italiane hanno un tasso di sostenibilità più elevato rispetto alle loro controparti europee, con il 50% delle banche europee classificate come non completamente sostenibili, secondo Standard Ethics.

Dunque, quali sono le banche che offrono il prestito green?
Agos
Flexi Green è il prestito personale di Agos fino a 30.000 euro, con un periodo di rimborso massimo di 108 mesi, con la possibilità di modificare l'importo della rata mensile.
Questo prestito può essere utilizzato per l'acquisto di impianti fotovoltaici, installazione di sistemi di isolamento, veicoli elettrici e ibridi, impianti domotici e idroelettrici.
Findomestic
Flessibile anche Prestito Green di Findomestic, che consente di accedere online a un massimo di 60.000 euro (rimborsabili in rate fino a 108 mesi) per interventi finalizzati alla sostenibilità domestica e dei trasporti (Taeg 5,48%, Tan 5,35%).
Banca Sella
Il prestito green di Banca Sella prevede finanziamenti fino a 75.000 euro per un massimo di 120 mesi (di cui fino a 12 di preammortamento), Tan 5,90% e Taeg 6,18%.
Il prestito copre le spese relative alla sostituzione degli infissi, all'installazione di impianti fotovoltaici e di ricarica per veicoli elettrici, all'isolamento termico della casa, alla sostituzione degli impianti di climatizzazione, all'acquisto di veicoli elettrici e ibridi e di elettrodomestici di classe A+ e superiore.
BNL
Il prestito BNL Green Casa finanzia le spese riqualificazione e ristrutturazione di impianti a energia rinnovabile e termoidraulici, nonché gli interventi di isolamento per il risparmio energetico.
Si possono presentare domande fino a 100.000 euro, rimborsabili in 120 mesi, con un tasso di interesse del 5,99% per il Tan e del 6,23% per il Taeg.
A completamento dell'offerta ecologica è disponibile anche un prestito per la mobilità che copre fino al 100% del costo di acquisto di un'auto elettrica o ibrida.
Intesa SanPaolo
La banca offre la gamma Vivi Green, che è anche inclusa nel Prestito Green. Questo prestito offre un tasso di interesse zero per nuove abitazioni, ristrutturazioni, acquisti come biciclette elettriche ed elettrodomestici.
La banca offre anche servizi gratuiti di certificazione energetica (per i mutui di ristrutturazione le spese sono a carico della banca) e servizi green forniti da aziende partner.
Unicredit
Unicredit punta tutto sui prestiti green e ha inserito nella sua proposta un “bonus di interesse”. In effetti, il tasso di interesse è pari a zero per le rate verso la fine del programma di ammortamento, a seconda della durata del mutuo.
Vengono mantenute le varie opzioni di flessibilità che caratterizzano i mutui per l'acquisto e la ristrutturazione.
La durata di questo prestito è la stessa di un finanziamento tradizionale, ovvero, fino a 30 anni (da 5 a 20 anni per le ristrutturazioni).
Il prestito è destinato a chi desidera acquistare un’abitazione sostenibile (classe energetica B o superiore) o a chi desidera ristrutturare la propria casa per migliorare una o più classi energetiche.
Conclusioni sul prestito green
I prestiti green hanno generalmente tassi di interesse più bassi e possono essere rimborsati in un massimo di 120 rate.
Sono un'opzione che vale la pena prendere in considerazione per coloro che desiderano effettuare un lavoro o un acquisto che rientri nell’ottica green, per una maggiore salvaguardia del pianeta.
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